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level: Terzo esonero

Questions and Answers List

level questions: Terzo esonero

QuestionAnswer
1. La responsabilità per il fatto internazionalmente illecito è un sistema di responsabilità oggettiva relativa?Sì: oggettiva per la presunzione relativa di colpevolezza; e relativa per possibilità dello Stato presunto colpevole di invocare le cause di esclusione dell’illecito.
2. L’illecito internazionale è un atto o un fatto giuridico?fatto giuridico, in quanto non dipende necessariamente dalla volontà del soggetto internazionale
3. La responsabilità degli Stati per il fatto internazionalmente illecito è stata oggetto di codificazione da parte della Commissione del diritto internazionale?Sì, la CDI ha approvato definitivamente, nel 2001, il Progetto di Articoli sulla Responsabilità Internazionale, la cui codificazione era iniziata nel 1955 e che era stato approvato in prima lettura nel 1996.
4. Quando è stato approvato dalla Commissione del diritto internazionale, in seconda e definitiva lettura, il Progetto di Articoli sulla responsabilità degli Stati per fatti internazionalmente illeciti?Nel 2001
5. La responsabilità delle organizzazioni internazionali per fatti internazionalmente illeciti è stata oggetto di codificazione da parte della Commissione del diritto internazionale?Sì, nel 2002 è iniziata la codificazione sulla Responsabilità delle Organizzazioni Internazionali, sotto la guida di Giorgio Gaja, conclusasi nel 2011, applicando sostanzialmente alle organizzazioni internazionali i principi già in vigore per gli Stati.
6. Qual è la definizione di fatto internazionalmente illecito?Art.12 → vi è violazione di un obbligo internazionale quando la condotta attribuita allo Stato è incompatibile con quanto è richiesto da un obbligo internazionale, a prescindere dalla sua natura
7. Quali sono gli elementi costitutivi del fatto internazionalmente illecito?Il comportamento deve essere attribuibile ad un soggetto internazionale (elemento soggettivo); Il comportamento deve costituire la violazione di un obbligo internazionale e di un diritto altrui, non di un semplice interesse (elemento oggettivo).
8. La colpa è un elemento costitutivo del fatto internazionalmente illecito?No, perchè nel diritto internazionale non esistono né un’autorità giudiziaria né governo preposti ad indagare sull’eventuale colpa. Tuttavia, l’assenza di colpa è ammessa come elemento che dà vita ad una causa di esclusione dell’illiceità del fatto. In caso di responsabilità aggravata, la colpa grave, ossia il dolo, è un elemento costitutivo dell’illecito internazionale.
9. Il danno è un elemento costitutivo del fatto internazionalmente illecito?No, perché può esserci un fatto illecito senza danno, ad esempio la violazione dei diritti umani degli abitanti di uno Stato da parte del proprio regime politico (che non determina necessariamente un danno nei confronti degli altri Stati). Il danno però, è un elemento costitutivo della riparazione dell’illecito.
10. In cosa consiste l’elemento oggettivo del fatto internazionalmente illecito?Il comportamento deve costituire la violazione di un obbligo internazionale e di un diritto altrui, non di un semplice interesse
11. Quali sono le due regole generali in materia di attribuzione ad uno Stato di un comportamento?Tutti i comportamenti di qualsiasi organo dello Stato sono imputabili allo Stato; fatti posti in essere da privati, non aventi la qualità organica, non sono in linea di principio attribuibili allo Stato
12. I comportamenti posti in essere da un organo decentrato (Stati federati, regioni, province,comuni) sono attribuibili allo Stato di appartenenza nel diritto della responsabilità internazionale?Sì, poiché sono attribuibili allo Stato anche i comportamenti di organi di enti abilitati dal diritto interno ad esercitare le prerogative dell’imperium
13. Qual è l’unico caso in cui il comportamento di un organo dello Stato non è attribuibile allo Stato di appartenenza nel diritto della responsabilità internazionale?quando è dimostrabile che il comportamento ultra vires dell’organo dello Stato sia avvenuto in carattere non ufficiale o privato, per finalità esclusivamente personali, senza porre in essere alcun atteggiamento di natura pubblicistica
14. I comportamenti di privati sono attribuibili ad uno Stato nel diritto della responsabilità internazionale?Sì, se questo li riconosce
15. Se uno Stato riconosce come proprio un comportamento posto in essere da un privato quali conseguenze giuridiche ne derivano nel diritto della responsabilità internazionale?Per un comportamento di un privato che non era originariamente attribuibile ad uno Stato, ma è stato successivamente legittimato da questo, si fa riferimento all’organizzazione effettiva dello Stato e tali comportamenti illeciti gli sono attribuiti.
16. In quale caso deciso dalla Corte internazionale di giustizia è venuto in rilievo un fatto di privati riconosciuto come proprio da uno Stato?Nella sentenza del caso del Personale diplomatico e consolare degli Stati Uniti a Teheran del 1980, nella quale la CIG attribuisce all’Iran la responsabilità dei fatti degli studenti islamici che hanno occupato la sede dell’ambasciata statunitense e preso in ostaggio il personale , in quanto l’Iran ha ratificato e riconosciuto il comportamento di quel gruppo. L’azione della CIG si articola in due fasi: nella prima fase l’Iran era ritenuto responsabile ma non per aver ordinato l’occupazione dell’ambasciata, ma per non essere riuscito a prevenire questa situazione (Stato che ospita un’ambasciata ha l’obbligo di proteggere la sede diplomatica → obbligo di mezzo, non di risultato). Nella seconda fase invece l’Iran riconosce e ratifica quel comportamento, quindi la CIG afferma l’esistenza del criterio effettivo
17. I comportamenti posti in essere dagli insorti nel corso della lotta contro il governo legittimo a chi saranno attribuibili?I comportamenti saranno attribuibili al nuovo assetto politico se questi movimenti sono riusciti ad ottenere il potere, altrimenti rimangono fatti posti in essere da privati di cui lo Stato non è direttamente responsabile
18. I comportamenti degli organi di fatto a chi saranno attribuibili nel diritto della responsabilità internazionale?Il comportamento degli organi di fatto sarà attribuibile allo Stato se la persona o il gruppo di persone, nel portare avanti tale comportamento, agisce secondo le istruzioni e sotto la direzione di controllo di tale Stato.
19. Cosa prevede il criterio del “controllo effettivo” in materia di attribuzione ad uno Stato di comportamenti di privati?Si parla di controllo effettivo, quando un privato agisce su indicazione di un organo dello Stato.
20. In quale caso la Corte internazionale di giustizia ha affermato il criterio del “controllo effettivo”in materia di attribuzione ad uno Stato di comportamenti di privati?Nella sentenza del 1986 sul caso delle Attività militari e paramilitari in e contro il Nicaragua, la CIG ammise la responsabilità degli USA per aver pianificato e sostenuto le operazioni dei guerriglieri Contras contro il governo del Nicaragua e affermò che non tutte le azioni di tali gruppi potevano essere automaticamente attribuite agli USA senza prove definitive circa l’esistenza di un controllo effettivo. Nel 2007, nella sentenza sul caso dell’Applicazione della Convenzione relativa alla prevenzione e repressione del crimine di genocidio (Bosnia-Erzegovina c. Serbia), originato da un ricorso della B-E contro la Serbia per violazione della Convenzione sul genocidio del 1948, la CIG ha sostenuto che i massacri da parte delle milizie serbo-bosniache a Srebrenica avevano i requisiti per essere considerati atti di genocidio, ma che la Serbia non ne era direttamente responsabile per la mancanza di controllo effettivo sugli autori di tali massacri. La Serbia risultava dunque colpevole di aver violato solo l’obbligo di evitare il genocidio.
21. In che cosa il criterio del “controllo generale” si differenzia dal criterio del “controllo effettivo” in materia di attribuzione ad uno Stato di comportamenti di privati?L’illecito portato avanti dal gruppo paramilitare è attribuibile allo Stato se si dimostra che lo Stato in questione ha fornito finanziamenti o aiuti di qualsiasi tipo al gruppo, ossia aveva un controllo generale su di esso
22. Qual è la definizione di causa di esclusione della illiceità di un fatto?Si tratta di una circostanza che esclude l’obbligo di tenere il comportamento prescritto dalle norme internazionali. Questo obbligo non viene annullato, ma lo Stato ha una scusante per non adempiere fintantoché esiste la giustificazione. Non è la responsabilità dello Stato a essere esclusa, ma il carattere illecito del comportamento.
23. L’elenco delle cause di esclusione della illiceità di un fatto, contenuto nel Progetto di Articoli sulla responsabilità degli Stati, ha carattere tassativo?
24. Quali sono le cause di esclusione della illiceità di un fatto secondo il Progetto di Articoli sulla responsabilità degli Stati.Consenso; Legittima difesa; Contromisure; Forza maggiore; Pericolo; Necessità.
25. A quali condizioni il consenso dello Stato leso è internazionalmente valido?Il consenso deve essere: Attribuibile allo Stato leso ed espresso dalla persona o organo competente; Liberamente prestato e non viziato; Reale e non presunto, manifestato in forma chiara, effettiva e non apparente, dunque deve risultare da atti chiari e precisi; Precedente o contemporaneo all’illecito: qualora sia successivo non esclude la responsabilità, ma si configura come rinuncia al diritto dello ad ottenere la riparazione dell’illecito; Vale solo nei rapporti tra Stato autorizzante e Stato autorizzato.
26. Il consenso dello Stato leso da chi può essere validamente prestato?Dalla persona o organo competente a impegnare internazionalmente lo Stato (Capo di Stato, primo ministro e ministro degli affari esteri).
27. Il capo dell’opposizione che contesta un regime dittatoriale può prestare il consenso ad un intervento militare straniero?No, perché in questo caso il consenso non è espresso dalla persona o organo competente a impegnare internazionalmente lo Stato (Capo di Stato, primo ministro e ministro degli affari esteri). Per esempio, in Panama gli Stati Uniti nel 1989 intervengono militarmente per un cambio di regime ma il consenso in questo caso non è stato prestato dal generale Noriega, de facto Capo dello Stato e dittatore del Paese, accusato di crimini internazionali (giustificazione che gli USA utilizzano per motivare l’intervento armato), ma dal Capo dell’Opposizione che aveva perso le elezioni; in questo caso il consenso non è stato considerato valido dal diritto internazionale.
28. In cosa consiste la legittima difesa?Azione del soggetto volta a respingere un attacco armato, in difesa della propria indipendenza politica e integrità territoriale. La legittima difesa è l’unica eccezione prevista dal diritto nunziano e internazionale al divieto dell’uso della forza.
29. È ammissibile la legittima difesa preventiva?No, ma la dottrina è divisa sul tema, ad esempio la liceità della legittima difesa preventiva è sostenuta dagli USA e nella prassi a volte la CIG si è appellata a questo principio. Un esempio è la sentenza del 1986 sul caso Nicaragua, in cui la CIG ha menzionato la liceità di una reazione in legittima difesa alla minaccia imminente di un’aggressione armata.
30. L’art. 51 della Carta delle Nazioni Unite riconosce il diritto “naturale” degli Stati alla legittima difesa individuale e collettiva?Sì, nessuna disposizione dello Statuto pregiudica il diritto naturale di autotutela individuale o collettiva, nel caso che abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, fintantoché il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale.
31. Uno Stato può utilizzare la forza a titolo di legittima difesa collettiva a prescindere dalla richiesta dello Stato oggetto di attacco armato?Nella teoria per la legittima difesa collettiva occorre la richiesta o il consenso, espresso eventualmente in un precedente accordo, di mutua difesa, dello Stato vittima dell’attacco. Il ricorso alla legittima difesa collettiva è consentito solo in presenza della domanda dello stato vittima di un’aggressione armata. Tuttavia la dottrina è divisa sul tema, soprattutto in riferimento a gruppi terroristici che hanno base in altri Stati, che spesso non reagiscono contro di essi. Secondo parte della dottrina e i paesi occidentali se lo Stato non ha la volontà o la capacità di agire in prima persona, l’intervento armato degli altri Stati è giustificato o può avvenire senza il consenso dello Stato stesso. Secondo la maggior parte della dottrina, invece, se lo Stato non è complice allora tale uso della forza non è giustificato senza il consenso di quest’ultimo. Legittima difesa collettiva → occorre che lo Stato vittima si dichiari aggredito e la sua richiesta o il suo consenso, espresso precedentemente in un accordo di mutua difesa.
32. Quali requisiti di liceità deve rispettare il ricorso all’uso della forza a titolo di legittima difesa?Il ricorso alla legittima difesa deve essere: necessario, immediato e proporzionato. Vincoli procedurali posti dall’art.51: Le misure adottate in legittima difesa devono essere immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza; Tali misure possono avere luogo solo finché il Consiglio non abbia adottato misure necessarie per mantenere la pace, ovvero misure in grado di porre effettivamente fine all’attacco armato o di sostituirsi con efficacia all’azione di autodifesa dello Stato aggredito. Le misure necessarie menzionate devono essere in grado di mettere effettivamente termine all’attacco armato o di sostituirsi con efficacia all’azione di autodifesa dello Stato aggredito: sanzioni economiche o misure economiche non sono idonee a limitare l’esercizio della legittima difesa in quanto non ripristinano la situazione precedente.CDI ha precisato che il ricorso alla legittima difesa non può giustificare la violazione di qualsiasi obbligo internazionale.
33. La legittima difesa è anche una causa di esclusione della responsabilità?
34. Qual è la definizione di contromisura?azioni costrittive individuali degli Stati che costituirebbero un illecito se non fossero reazioni ad un torto subito, volte a realizzare un proprio diritto
35. Le contromisure devono essere pacifiche?
36. Le contromisure devono essere proporzionate?
37. Il fine delle contromisure è afflittivo o quello di reintegrare l’ordinamento giuridico compromesso dal fatto illecito originario?Reintegrare
38. Uno Stato leso può ricorrere immediatamente a contromisure anche nel caso in cui possa rivolgersi ad una procedura arbitrale o giudiziale competente ad accertare il diritto in maniera giuridicamente vincolante per le parti e ad adottare le misure cautelari urgenti?L’istituto delle contromisure ha un senso perché nel diritto internazionale non esiste un giudice competente a risolvere qualsiasi controversia in maniera obbligatoria e giuridicamente vincolante tra le Parti. Se però, in riferimento ad una specifica controversia, questo esiste e solo se ha il potere di adottare misure provvisorie, le Parti devono ricorrere a quello e non alle contromisure.
39. Uno Stato può violare i diritti umani a titolo di contromisura?No
40. Qual è la differenza tra contromisura e ritorsione?La ritorsione è la violazione o lesione di semplici interessi e non di diritti, e come tale è sempre lecita e non costituisce una contromisura
41. Il ricorso a rappresaglie è previsto in tempo di guerra o in tempo di pace?In guerra
42. Il Consiglio di sicurezza può adottare sanzioni giuridicamente vincolanti ai sensi dell’art. 41 della Carta delle Nazioni Unite?Sì. Il Consiglio di Sicurezza può decidere quali misure, non implicanti l’impiego della forza armata, debbano essere adottate per dare effetto alle sue decisioni, e può invitare i membri delle Nazioni Unite ad applicare tali misure. Queste possono comprendere un’interruzione totale o parziale delle relazioni economiche e delle comunicazioni ferroviarie, marittime, aeree, postali, telegrafiche, radio ed altre, e la rottura delle relazioni diplomatiche.
43. Il Consiglio di sicurezza può adottare sanzioni in deroga allo ius cogens?No
44. Che cosa è il distress?Una delle cause di esclusione dell’illecito. Distress (estremo pericolo) → art.24: ad essere in gioco è la vita o la salute di una persona sottoposta al controllo di un organo dello Stato. L’atto non deve creare un pericolo equivalente o peggiore e la situazione di pericolo non deve essere dovuta alla condotta dello Stato. A differenza della forza maggiore, è una scelta consapevole.
45. Come può essere definita la causa di forza maggiore?Uno Stato pone in essere un comportamento illecito in una situazione in cui non ha il controllo delle proprie azioni, in quanto esse dipendono da una forza esterna e incontrollabile. Lo Stato è dunque assolutamente impossibilitato ad agire in maniera conforme ad un obbligo internazionale. La forza maggiore non esclude l’obbligo di risarcimento ed include il caso fortuito, anche se in questa ipotesi, lo Stato non si accorge di aver commesso un illecito.
46. Qual è la differenza tra forza maggiore e caso fortuito?La forza maggiore include il caso fortuito, anche se in questa ipotesi, lo Stato non si accorge di aver commesso un illecito.
47. In quali ipotesi può essere invocato lo stato di necessità?Occorre che vi sia un pericolo talmente grave e imminente (che l’obbligato non deve aver contribuito a causare) da poter essere evitato solo con un comportamento che costituirebbe un illecito internazionale, purché esso non pregiudichi a sua volta un interesse essenziale di un altro Stato o dell’intera comunità internazionale.
48. Quali condizioni devono essere soddisfatte per poter invocare lo stato di necessità?Occorre che vi sia un pericolo talmente grave e imminente (che l’obbligato non deve aver contribuito a causare) da poter essere evitato solo con un comportamento che costituirebbe un illecito internazionale, purché esso non pregiudichi a sua volta un interesse essenziale di un altro Stato o dell’intera comunità internazionale.
49. La commissione di un fatto internazionalmente illecito determina la nascita di un nuovo rapporto giuridico tra lo Stato offensore e lo Stato leso?Il compimento di un fatto illecito fa nascere un nuovo rapporto giuridico tra lo stato che ha commesso l’illecito e lo stato leso e nell’ambito del nuovo rapporto giuridico. Lo stato offensore avrà degli obblighi giuridici nei confronti dello stato leso.
50. Quali sono le conseguenze giuridiche del fatto internazionalmente illecito?Il sorgere del rapporto giuridico (diritto-obbligo) avente ad oggetto la riparazione del torto da parte del soggetto autore dell’illecito e il diritto dello Stato leso di pretendere l’adempimento dell’obbligo; Adempiere all’obbligo violato; L’obbligo di cessazione della condotta illecita, se si tratta di illecito continuato, indipendentemente dalla richiesta dello Stato leso; fornire assicurazioni della non reiterazione dell’illecito; riparare l’illecito in forma adeguata.
51. Se le circostanze lo richiedono lo Stato offensore deve offrire garanzie oltre ad assicurazioni di non reiterazione del fatto illecito?
52. L’obbligo di terminare il comportamento illecito nasce per tutti i fatti internazionalmente illeciti?Solo nel caso in cui la violazione persista (ex. art. 30)
53. Quali sono le forme che può assumere l’obbligo di riparare?Restituzione in forma specifica (reintegrazione della situazione preesistente): si ha quando ad essere leso è un interesse materiale. Restituzione materiale o giuridica; Restituzione per equivalente; Lo Stato responsabile può sottrarsi all’obbligo di ristabilire lo status quo ante quando vi è impossibilità materiale o quando l’adempimento comporterebbe un obbligo insostenibile per lo Stato in questione, per cui è preferibile procedere al risarcimento. Risarcimento e Soddisfazione
54. Le tre forme di riparazione sono dovute singolarmente o in combinazione?Si possono cumulare, se necessario.
55. In quali casi lo Stato offensore può evitare la restitutio in integrum e procedere al risarcimento deldanno materiale?Lo Stato responsabile può sottrarsi all’obbligo di ristabilire lo status quo ante quando vi è impossibilità materiale o quando l’adempimento comporterebbe un obbligo insostenibile per lo Stato in questione, per cui è preferibile procedere al risarcimento.
56. Quale tipologia di danni intende riparare la soddisfazione?Danni morali
57. In cosa consiste normalmente la soddisfazione?Si parla di soddisfazione nei casi di danni di tipo morale o meramente giuridico. Tra le prestazioni comuni ritroviamo: la presentazione di scuse, il saluto alla bandiera dello Stato offeso, la partecipazione delle autorità dello Stato responsabile a date cerimonie, il pagamento di una somma di denaro simbolica. In generale, tali prestazioni non devono assumere forme umilianti per lo Stato responsabile e tendenzialmente si accompagnano ad altre forme di riparazione dell’illecito.
58. Cosa può fare lo Stato leso per indurre lo Stato offensore ad adempiere agli obblighi giuridici discendenti dal fatto illecito?Lo Stato può adottare le contromisure come conseguenza dell’illecito.
59. La nozione di “crimine internazionale di Stato” è stata mantenuta nel Progetto di articoli sulla responsabilità degli Stati adottato in seconda e definitiva lettura dalla Commissione del diritto internazionale?No, tale distinzione era contenuta nel CDI cosiddetto “progetto Ago”, ossia la prima parte del progetto adottata nel 1980 dalla CDI, che distingueva all’art.19 tra delitti e crimini internazionali. Successivamente questa sarà messa da parte per tenere conto di nozioni come quella di responsabilità erga omnes e ius cogens.
60. Quali conseguenze speciali determina la violazione grave di una norma cogente del diritto internazionale generale?Nei casi di responsabilità aggravata insorgono innanzitutto gli stessi obblighi che sussistono in caso di illecito ordinario, ma questo regime di responsabilità aggravata prevede l’imposizione di una serie di obblighi aggiuntivi a carico degli Stati diversi dall’autore dell’illecito. Art.40 → una violazione di un obbligo di tal genere è grave se implica da parte dello Stato responsabile una violazione evidente e sistematica del dovere di adempiere l’obbligo. Secondo l’art.41 poi, gli Stati hanno l’obbligo di: 1. Cooperare per porre fine all’illecito; 2. Non riconoscere come legittima una situazione discendente da un illecito; 3. Non prestare aiuto allo Stato responsabile nel mantenimento di tale situazione.
61. Che cosa si intende per violazione grave di una norma cogente del diritto internazionale generale?Ai sensi dell’art. 40 la violazione è seria se comporta un inadempimento massiccio e sistematico. Si tratta di violazione di norme imperative o che producono obblighi erga omnes.
62. La responsabilità di proteggere è una forma di responsabilità aggravata?Sì, perché è compresa all’interno degli obblighi di solidarietà indicati all’interno dell’art. 41. Il CdS ha fatto riferimento per la prima volta alla "responsabilità di proteggere" nell'intervento in Libia del 2001. In particolare il CdS ha adottato molteplici decisioni per sanzionare il regime Gheddafi, come ad esempio l’embargo sul commercio di armi; ma soprattutto ha autorizzato i membri dell’ONU ad adottare “tutte le misure necessarie” compreso l’uso della forza, per proteggere la popolazione civile in nome del principio della responsabilità di proteggere.
63. Gli stati terzi possono riconoscere la situazione derivante da una violazione grave di una norma cogente del diritto internazionale generale?Sì; in base all'art.48, in in determinate circostanze (come il caso degli obblighi solidali), tale diritto viene riconosciuto anche ad altri Stati, non vittime dell’illecito. Secondo questo articolo però, le richieste invocabili in nome dell’interesse collettivo sono più limitate rispetto a quelle avanzabili dallo Stato leso (art.42). Non si può avanzare la richiesta di riparazione nel proprio interesse, ma solo a favore dei beneficiari dell’obbligo violato.
64. In quali casi nasce la responsabilità erga omnes dello Stato offensore?Nel caso di illeciti erga omnes, ovvero derivanti dall’infrazione di obblighi consuetudinari nei confronti della comunità internazionale tutta o dalla lesione di un interesse collettivo, la responsabilità può essere invocata da tutti gli Stati.
65. Qual è la differenza tra responsabilità erga omnes e responsabilità erga omnes partes dello Stato offensore?Gli illeciti erga omnes partes derivano dall’inadempimento di obblighi (solidali) nei confronti degli Stati parti ad un trattato multilaterale. La violazione può essere invocata da ciascuno degli Stati aderenti al trattato; gli illeciti erga omnes derivano dall’infrazione di obblighi consuetudinari nei confronti di tutta la comunità internazionale. La responsabilità può essere invocata da tutti gli Stati.
66. Dalla commissione di un crimine internazionale discende esclusivamente la responsabilità aggravata dello Stato che lo ha perpetrato?No, se la commissione di un crimine è stata frutto di “direzione e controllo esercitato nella commissione dell’ illecito” (art 17 Progetto Articoli) da parte di un terzo Stato, o della “Coercizione di un altro Stato” allora la responsabilità aggravata è di entrambi gli Stati.
67. La Corte penale internazionale è competente ad accertare la responsabilità degli Stati accusati di aver commesso un crimine internazionale?La Corte Penale Internazionale è competente in materia dei crimini più gravi di rilievo per l’intera comunità internazionale, come: genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra, crimini di aggressione.
68. Le organizzazioni internazionali possono commettere illeciti internazionali?Sì, le organizzazioni, avendo personalità giuridica, sono destinatarie di diritti e obblighi e, dunque, di norme di diritto internazionale sia primarie sia secondarie. Tuttavia le Organizzazioni Internazionali sono escluse dalla giurisdizione della Corte Internazionale di Giustizia. Lo Statuto della CIG attribuisce alle organizzazioni internazionali uno status analogo a quello dell’amicus curiae.
69. In quali casi si può ipotizzare una duplice attribuzione agli Stati e alle Nazioni Unite delle condotte di una operazione di pace?Durante le condotte di un’operazione di pace, poiché i contingenti militari sono messi a disposizione dagli Stati alle organizzazioni internazionali e questi operano come organi delle organizzazioni internazionali pur mantenendo un forte vincolo con gli Stati di invio, allora si può sostenere che gli obblighi in materia di diritto internazionale e dei diritti umani si applichino a entrambi i soggetti creando un sistema complementare tra Stato e Organizzazione internazionale.
70. In che senso gli Stati possono utilizzare le organizzazioni internazionali per evitare di rispondere sul piano internazionale degli illeciti commessi?Gli Stati possono attribuire la responsabilità all’organizzazione internazionale quando questa ha il controllo effettivo su un organo dello Stato stesso, il quale è stato delegato a svolgere una determinata funzione.
71. Che cos’è una controversia internazionale?Una controversia è una situazione di conflitto tra la pretesa di un soggetto e la resistenza di un altro: un disaccordo riguardo una questione relativa al diritto, un fatto, un conflitto di visioni legali o di interessi tra due soggetti. L’aggettivo internazionale fa riferimento al fatto che debbano essere coinvolti, al di fuori di ogni ordine statale, due o più enti sovrani, soggetti del diritto internazionale.
72. E’ sufficiente un conflitto di interesse per determinare l’esistenza di una controversia internazionale?No, perché altrimenti gli Stati sarebbero in perenne controversia di fronte a qualsiasi situazione conflittuale.
73. Gli Stati possono utilizzare la forza per risolvere le controversie internazionali?No. La CIG ha riconosciuto l’obbligo di risolvere le controversie internazionali con mezzi pacifici anche come un obbligo di diritto internazionale consuetudinario, e tale obbligo è stato ribadito dalla dichiarazione sulle relazioni amichevoli del 1970 e dalla dichiarazione di Rio del 1992. Entrambe le dichiarazioni riprendono sostanzialmente l’art. 33 della Carta dell’ONU, che afferma che “le parti di una controversia, la cui continuazione sia suscettibile di mettere in pericolo il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, devono, anzitutto, perseguirne una soluzione mediante negoziati, inchiesta, mediazione, conciliazione, arbitrato, regolamento giudiziale, ricorso ad organizzazioni od accordi regionali, od altri mezzi pacifici di loro scelta”. Ci sono eccezioni in cui l’uso della forza può essere considerato legittimo, come nel caso di autodifesa individuale o collettiva autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Tuttavia, l’uso della forza deve essere proporzionato e conforme al diritto internazionale per essere considerato legittimo.
74. Ai sensi del capitolo VI della Carta delle Nazioni Unite, il Consiglio di sicurezza può risolvere una controversia in maniera giuridicamente vincolante per le parti?No, quando il Consiglio agisce come mediatore non ha il potere di imporre alle parti la risoluzione, ma avrà valore raccomandatario. Se la controversia ha natura non politica il consiglio può raccomandare alle parti una risoluzione.
75. Il Consiglio di sicurezza può deferire una controversia alla Corte internazionale di giustizia?Nel fare raccomandazioni, il Consiglio di Sicurezza dovrebbe tener conto che le controversie giuridiche dovrebbero, di norma, essere deferite alla Corte, in conformità al suo Statuto, ma ciò non crea la giurisdizione della CIG, che nasce solo se vi è la volontà delle Parti.
76. Quali sono le procedure diplomatiche di soluzione delle controversie internazionali?1. Negoziato: non prevede interventi di terzi e consiste in consultazioni e scambio di informazioni. Richiede alle parti di adoperarsi in buona fede, se ha successo porta a un accordo fra le parti. 2. Mediazione: possiede un elemento soggettivo (l’affidamento a un terzo del compito di mediare) e uno oggettivo (l’attività affidata). Se non si arriva a una soluzione, il mediatore indica il cosiddetto piano di mediazione (non obbligatorio), che tiene conto di entrambe le parti. 3. Buoni Uffici: questa procedura crea le condizioni affinché le parti entrino in contatto, senza entrare però nel merito della controversia. 4. Inchiesta: su accordo delle parti si costituisce una commissione d'inchiesta che si occupa di accertare situazioni di fatto, non ha carattere di sentenza arbitrale e lascia libere le parti sui seguiti da dare. 5. Conciliazione: può essere istituita una commissione di conciliazione che proceda a un esame della controversia e formuli un rapporto per la sua soluzione, è composta da tre o cinque membri; il suo carattere è più giuridico che politico.
77. Qual è l’elemento che distingue il negoziato dalle altre procedure diplomatiche?Il fatto che non sia richiesto l’intervento di un terzo e le parti in lite possano cercare autonomamente un compromesso.
78. Cosa significa che le parti di una controversia devono negoziare in buona fede?Le Parti sono tenute ad adottare una condotta in buona fede al fine di trovare un compromesso, senza sabotare volontariamente i negoziati (correttezza) e senza ledere i diritti della controparte.
79. Chi esercita i buoni uffici può entrare nel merito giuridico di una controversia?No, chi svolge i buoni uffici si limita a tentare il ravvicinamento delle parti per far riprendere i negoziati interrotti (in questo si distingue dalla mediazione)
80. Di solito il mediatore è un organo collegiale o monocratico?Monocratico
81. Il rapporto che conclude i lavori della commissione di conciliazione è giuridicamente obbligatorio per le parti della controversia?No
82. Quale elemento formale consente di distinguere una commissione arbitrale da una commissione di conciliazione?l’efficacia vincolante attribuita alla pronuncia dell’accordo fra le parti.
83. Che valore giuridico ha il lodo arbitrale?lodo arbitrale si intende la decisione arbitrale. Esso è giuridicamente vincolante, ha carattere definitivo e immutabile, quindi ha valore di legge tra le parti.
84. Normalmente da quanti membri è composto il collegio arbitrale?Nell' arbitrato individuale da un solo giudice; nel tribunale arbitrale da tre/cinque giudici
85. Uno Stato membro delle Nazioni Unite è uno Stato parte dello Statuto della Corte?Lo Statuto della Corte nel 1945 venne annesso alla Carta delle Nazioni Unite. Tutti gli Stati membri dell’ONU sono pertanto aderenti allo Statuto della Corte ipso facto, mentre gli Stati non membri dell’Organizzazione possono aderirvi alle condizioni stabilite, caso per caso, dall’Assemblea Generale e dal Consiglio di Sicurezza.
86. La Corte internazionale di giustizia è il principale organo giurisdizionale di quale organizzazione internazionale?Delle Nazioni Unite
87. Da quanti giudici è composta la Corte internazionale di giustizia?Da 15 giudici rieleggibili, in carica per 9 anni, tutti di Stati determinati differenti
88. Dove ha sede la Corte internazionale di giustizia?A L'Aia
89. Come e da chi vengono eletti i giudici della Corte internazionale di giustizia?Vengono eletti con una procedura complessa che richiede la maggioranza sia nel Consiglio di Sicurezza sia nell’Assemblea Generale, che votano autonomamente.
90. Quali sono le due funzioni principali della Corte internazionale di giustizia?Essa risponde ad una duplice funzione: ● Consultiva → dare pareri a chi li richiede. Si possono richiedere pareri solo sulle proprie competenze. La CIG ha precisato che il parere è facoltativo. Tale potere discrezionale è però limitato dal dovere che la CIG ha di collaborare con gli organi dell’ONU; ● Contenziosa → risolvere le controversie sottopostegli
91. Chi può chiedere un parere consultivo alla Corte internazionale di giustizia?L’Assemblea Generale e il Consiglio di Sicurezza possono richiedere pareri su qualunque questione giuridica. Gli altri organi delle NU e gli istituti specializzati possono richiedere pareri su questioni giuridiche nel loro ambito di attività. Tra gli organi delle NU, solo il Segretario generale non è stato autorizzato a richiedere pareri alla Corte. In alcuni casi questa autorizzazione viene data una volta per tutte nell'accordo di collegamento fra le NU e l’Organizzazione che in seguito a questo accordo diventa Istituto Specializzato. Gli Stati non possono chiedere pareri consultivi alla Corte, così come nemmeno l’UE o una qualsiasi organizzazione internazionale.
92. Uno Stato membro delle Nazioni Unite può chiedere un parere consultivo alla Corte internazionale di giustizia?No
93. Una organizzazione regionale può chiedere un parere consultivo alla Corte internazionale di giustizia?No
94. Il Segretario generale delle Nazioni Unite può chiedere un parere consultivo alla Corte internazionale di giustizia?No
95. A quali condizioni un istituto specializzato può chiedere un parere consultivo alla Corte internazionale di giustizia?Solo previa autorizzazione dell’Assemblea Generale (limite procedurale) e se il parere riguarda una situazione giuridica sorta nel proprio ambito (limite sostanziale)
96. Perché la Corte internazionale di giustizia si è rifiutata di dare un parere sulla liceità delle armi nucleari richiesto dall’Organizzazione mondiale della sanità?Perché la CIG ha ritenuto che il parere richiesto non rientrasse nelle competenze di attribuzione dell’OMS, ma riguardasse l’ambito della Sicurezza Internazionale. Infatti, la richiesta di parere non verteva sugli effetti dell’uso di armi nucleari sulla salute, ma sulla legittimità dell’uso delle armi stesse, in relazione agli effetti sulla salute e sull’ambiente.
97. Qual è la natura giuridica di un parere consultivo alla Corte internazionale di giustizia?I pareri, per definizione, non vincolano gli organi che li hanno richiesti, salvo che il dovere di considerarli obbligatori derivi da un accordo del quale l’ente che ha richiesto il parere sia parte contraente. Inoltre, ai sensi dell’art.66 della Convenzione di Vienna del 1986, in caso di controversie concernenti l’applicazione o l’interpretazione di norme riguardanti lo ius cogens, di cui sia parte un’organizzazione internazionale, sia richiesto un parere della Corte, che sarà accettato come decisivo da tutte le parti della controversia.
98. La funzione contenziosa della Corte internazionale di giustizia ha natura consensuale?Sì, ha natura volontaria.
99. Che cos’è un compromesso ad hoc?è uno dei tre meccanismi idonei ad ottenere il consenso delle parti. Esso è dunque una delle varie forme dell’accordo di arbitrato. Con il compromesso ad hoc due parti convengono di sottoporre una vertenza in atto al giudizio di uno o più individui designati nell’accordo, finalizzato quindi ad affidare ad un giudice internazionale la competenza a risolvere la controversia. L’impegno riguarda la vertenza già sorta, il compromesso dunque si sviluppa dopo l’inizio della controversia e vincola le parti a fare quanto è necessario affinché il giudizio abbia luogo e attenersi alla pronuncia. Nella prassi è difficile che si opti per questa opzione se uno Stato è palesemente colpevole.
100. Cosa prevede una clausola compromissoria contenuta in un accordo internazionale?La clausola compromissoria è uno dei tre meccanismi idonei ad ottenere il consenso delle parti. A differenza del compromesso ad hoc, si sviluppa prima dell’inizio di una controversia e con questa gli Stati che concludono un accordo internazionale vertente su una certa materia si impegnano a sottoporre ad arbitrato le potenziali controversie future relative all’interpretazione e all’applicazione dell’accordo stesso. Se un accordo internazionale la prevede, ciascuna parte, nel caso di una controversia, potrà ricorrere autonomamente, senza il consenso dell’altra parte, ad un giudice internazionale. Questa clausola è sottoposta alla condizione che gli Stati abbiano provato per un periodo di negoziati (solitamente 6 mesi) a risolvere la controversia prima di rivolgersi alla CIG.
101. Che cos’è la dichiarazione facoltativa di accettazione della giurisdizione obbligatoria della Corte internazionale di giustizia, a condizione di reciprocità, prevista dall’art. 36 dello Statuto della Corte?è uno dei tre meccanismi sviluppati dal diritto internazionale idonei ad ottenere il consenso delle parti. Gli Stati aderenti allo Statuto possono in qualsiasi momento dichiarare di riconoscere, ipso facto e senza speciale convenzione, la giurisdizione obbligatoria della Corte in tutte le controversie giuridiche, a condizione di reciprocità, ossia solo se anche l'altra parte ha fatto la stessa dichiarazione. Uno Stato, quando fa questa dichiarazione, può apporvi delle condizioni
102. Quando la Corte internazionale di giustizia rende una sentenza sulle eccezioni preliminari?La CIG rende una sentenza sulle eccezioni preliminari quando la parte convenuta sostiene che la questione invocata dalla parte attrice non rientri nell’ambito di competenza della CIG.
103. La Corte internazionale di giustizia può adottare una ordinanza sulle misure cautelari?In base all'art. 41, dello Statuto della CIG, La Corte ha potere di indicare, ove ritenga che le circostanze lo richiedano, le misure cautelari che debbono essere prese a salvaguardia dei diritti rispettivi di ciascuna parte. In attesa della decisione definitiva, notizia immediata delle misure così proposte deve essere data alle parti ed al Consiglio di Sicurezza.
104. Che valore giuridico ha una ordinanza sulle misure cautelari della Corte internazionale di giustizia?Giuridicamente vincolante.
105. In quale caso la Corte internazionale di giustizia ha accertato il valore giuridicamente vincolante per la parte richiesta delle ordinanze sulle misure cautelari?Nel caso LaGrand. Due fratelli tedeschi, condannati a morte negli Stati Uniti, non hanno visto soddisfatto il loro diritto all'assistenza consolare, garantito dalla Convenzione di Vienna. La Germania ha chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di intervenire. La Corte ha condannato gli Stati Uniti per aver violato questo diritto e per non aver rispettato l'ordine di sospendere le esecuzioni.
106. Nell’ambito del processo davanti alla Corte internazionale di giustizia è previsto un grado di appello?No, è previsto un unico grado di giudizio che è vincolante. Le parti possono unilateralmente rivolgersi alla Corte per ottenere l’interpretazione della sentenza.
107. Che valore giuridico ha una sentenza nel merito della Corte internazionale di giustizia?Giuridicamente vincolante, ma solo (ai sensi dell’art.59 dello Statuto della CIG) per le parti in lite e nel caso da essa deciso
108. A margine di una sentenza della Corte internazionale di giustizia, i giudici possono allegare delle opinioni individuali?Sì, in base all'Art.57 dello Statuto della CIG, se la sentenza non esprime l’opinione unanime dei giudici, ogni giudice ha diritto di aggiungervi l’esposizione della sua opinione personale.
109. Qual è la differenza tra un’opinione concorrente e un’opinione dissidente allegata ad una sentenza della Corte internazionale di giustizia?Se un giudice non è d’accordo allega alla sentenza un’opinione dissidente dove spiega la sua diversa conclusione. I giudici però possono allegare anche un’opinione concorrente, in caso siano d’accordo sulla soluzione approvata ma in disaccordo riguardo alle motivazioni.
110. In quale recente caso l’Italia è stata condannata dalla Corte internazionale di giustizia?Nel caso Ferrini, l'Italia è stata condannata dalla Corte Internazionale di Giustizia (CIG) nel caso contro la Germania riguardante le richieste di risarcimento per i crimini di guerra commessi durante la Seconda Guerra Mondiale. La Germania, pur ammettendo le proprie responsabilità, ha contestato la competenza dei tribunali italiani a giudicare tali richieste, invocando il principio di immunità degli Stati. La Corte di Cassazione italiana aveva invece ritenuto che questo principio non si applicasse ai crimini di guerra. La CIG ha dato ragione alla Germania, stabilendo che l'Italia aveva violato le norme internazionali sull'immunità degli Stati e che avrebbe dovuto seguire procedure diplomatiche per ottenere un risarcimento per le vittime.